Rossana Capasso Website

Fenomenologia del tradimento

Fenomenologia del tradimento

Quante facce ha la menzogna? E' menzogna la favola, l'errore, l'inganno, l'astuzia, la frode? E' tutto piuttosto complesso... Dobbiamo fare i conti con una semplificazione necessaria (ma onesta) e partire da un concetto frontale e un po grezzo di menzogna. Sicuramente si può essere nell'errore e dire il falso senza cercare di ingannare e quindi senza mentire. Così come si può ingannare l'altro dicendo il vero! Diciamo che la caratteristica della menzogna è l'intenzionalità, la cattiva fede. Il mentitore sa la verità, almeno se non tutta la verità la verità di ciò che pensa, e conosce la differenza tra ciò che pensa e ciò che dice. L'altra caratteristica della menzogna è il danno.

Rousseau dice che una menzogna che non nuoce né a sé né agli altri, una menzogna innocente, non merita il nome di menzogna. E' solo finzione.

Per Kant la veracità è sempre dovuta a partire dal momento in cui ci si rivolge agli altri. Il dovere di dire la verità è un imperativo sacro. Non esiste nessuna menzogna utile. Nessuna, cazzo.



(andate magari a guardarvi J. Derrida, Breve storia della menzogna, Castelvecchi)


illustrazione di Lorenzo Mattotti

Kundera nel Piccolo Dizionario di Parole Fraintese scrive di FEDELTA' e TRADIMENTO:

L'aveva amata dall'infanzia fino al momento in cui l'aveva accompagnata al cimitero, e l'amava anche nel ricordo. Da questo gli veniva l'idea che la fedeltà sia la prima fra tutte le virtù, che la fedeltà conferisca unità alla nostra vita, la quale altrimenti si frantumerebbe in migliaia di impressioni fuggitive. 
Franz raccontava spesso a Sabina della madre, forse persino con una sorta di calcolo inconscio: supponeva che Sabina sarebbe stata affascinata dalla sua capacità di essere fedele e che, in quel modo, lui l'avrebbe conquistata. 
Non sapeva che Sabina era affascinata dal tradimento e non dalla fedeltà. La parola fedeltà le ricordava il padre, un puritano provinciale che la domenica dipingeva per proprio piacere il tramonto del sole al di là del bosco e vasi di rose. Grazie a lui aveva cominciato a dipingere fin da bambina. A quattordici anni si era innamorata di un ragazzo della sua età. Il padre si spaventò e per un anno non le fu permesso di uscire da sola. Un giorno le mostrò delle riproduzioni di Picasso ridendone forte. Se lei non aveva il permesso di amare il compagno quattordicenne, avrebbe amato almeno il cubismo. Dopo la maturità era andata a Praga con l'euforica sensazione di poter finalmente tradire la sua famiglia.
Il tradimento. Fin da piccoli il papà e il maestro ci dicono che è la cosa peggiore che si possa immaginare. Ma che cos'è questo tradire? Tradire significa uscire dai ranghi. Tradire significa uscire dai ranghi e partire verso l'ignoto. Sabina non conosceva niente di più bello che partire verso l'ignoto.
Studiava all'Accademia di Belle Arti ma non le era permesso di dipingere come Picasso. Era l'epoca in cui si doveva obbligatoriamente praticare il cosiddetto realismo socialista e a scuola si confezionavano ritratti di uomini di Stato comunisti. Il suo desiderio di tradire il padre rimase inappagato perchè il comunismo non era che un altro padre, ugualmente severo e limitato, che viveva l'amore (l'epoca era puritana) e anche Picasso. Sposò un mediocre attore di Praga solo perchè aveva fama di testa calda ed era inaccettabile per entrambi i padri.
Poi morì sua madre. Il giorno dopo che era tornata a Praga dal funerale, ricevette un telegramma: il padre si era tolto la vita per il dolore.
Fu presa dai rimorsi: era così terribile che il padre dipingesse vasi di rose e che non gli piacesse Picasso? Era così condannabile che avesse paura che lei, la figlia quattordicenne, tornasse a casa incinta? Era così ridicolo che non potesse continuare a vivere senza la moglie?
Fu nuovamente assalita dal desiderio di tradire: di tradire il proprio tradimento.
Annunciò al marito (non vedeva più in lui la testa calda, ma solo un fastidioso ubriaco) che lo avrebbe lasciato.
Ma se tradiamo B per il quale abbiamo tradito A, non ne deriva necessariamente che ci riconcilieremo con A. La vita della pittrice divorziata non somigliava alla vita dei genitori traditi. Il primo tradimento è irreparabile. Esso provoca una reazione a catena di nuovi tradimenti, ciascuno dei quali ci allontana sempre più dal punto del tradimento originario.

Se il tradimento non è solo un esercizio di sessualità a bassa definizione, io penso che abbia una sua dignità e soprattutto che non debba essere giudicato da figli adulti che, nel condannarlo, pensano di più alla loro quiete perduta che al percorso anche drammatico in cui chiunque di noi, a un certo punto della sua vita, può venirsi a trovare. Tradire un amore, tradire un amico, tradire un'idea, tradire un partito, tradire persino la patria significa infatti svincolarsi da un'appartenenza e creare uno spazio di identità non protetta da alcun rapporto fiduciario, e quindi in un certo senso più autentica e vera. Nasciamo infatti nella fiducia che qualcuno ci nutra e ci ami, ma possiamo crescere e diventare noi stessi solo se usciamo da questa fiducia, se non ne restiamo prigionieri, se a coloro che per primi ci hanno amato e a tutti quelli che dopo di loro sono venuti, un giorno sappiamo dire: "Non sono come tu mi vuoi". C'è infatti in ogni amore, da quello dei genitori, dei mariti, delle mogli, degli amici, degli amanti a quello delle idee e delle cause che abbiamo sposato, una forma di possesso che arresta la nostra crescita e costringe la nostra identità a costituirsi solo all'interno di quel recinto che è la fedeltà che non dobbiamo tradire. Ma in ogni fedeltà che non conosce il tradimento e neppure ne ipotizza la possibilità c'è troppa infanzia, troppa ingenuità, troppa paura di vivere con le sole nostre forze, troppa incapacità di amare se appena si annuncia un profilo d'ombra. Eppure senza questo profilo d'ombra, quella che puerilmente chiamano "fedeltà" è l'incapacità di abbandonare lidi protetti, di uscire a briglia sciolta e a proprio rischio verso le regioni sconosciute della vita che si offrono solo a quanti sanno dire per davvero "addio". E in ogni addio c'è lo stigma del tradimento e insieme dell'emancipazione. C'è il lato oscuro della fedeltà che però è anche ciò che le conferisce il suo significato e che la rende possibile. Fedeltà e tradimento devono infatti l'una all'altro la densità del loro essere che emancipa non solo il traditore ma anche il tradito, risvegliando l'un l'altro dal loro sonno e dalla loro pigrizia emancipativa impropriamente scambiata per "amore". Gioco di prestigio di parole per confondere le carte e barare al gioco della vita. Il traditore di solito queste cose le sa, meno il tradito che, quando non si rifugia nella vendetta, nel cinismo, nella negazione o nella scelta paranoide, finisce per consegnarsi a quel tradimento di sé che è la svalutazione di se stesso per non essere più amato dall'altro, senza così accorgersi che allora, nel tempo della fedeltà, la sua identità era solo un dono dell'altro. Tradendolo l'altro lo consegna a se stesso, e niente impedisce di dire a tutti coloro che si sentono traditi che forse un giorno hanno scelto chi li avrebbe traditi per poter incontrare se stessi, come un giorno Gesù scelse Giuda per incontrare il suo destino. Sembra infatti che la legge della vita sia scritta più nel segno del tradimento che in quello della fedeltà, forse perché la vita preferisce di più chi ha incontrato se stesso e sa chi davvero è, rispetto a chi ha evitato di farlo per stare rannicchiato in un'area protetta dove il camuffamento dei nomi fa chiamare fedeltà e amore quello che in realtà è insicurezza o addirittura rifiuto di sapere chi davvero si è, per il terrore di incontrare se stessi, un giorno almeno, prima di morire, con il rischio di non essere mai davvero nati.

 

Umberto Galimberti

Mi piace

ANDARE AL CINEMA + TANGO + QUEI GIORNI DOVE L'UNICO PROBLEMA E' SCEGLIERE TRA UN THE E UN CAFFE' + TORTA DI MELE + TROVARE LE COSE QUANDO NON LE CERCO + GATTI + CERTI BELLISSIMI ERRORI + LE MALINCONIE CHE DURANO GIORNI + LIBRI + IL SOLE ADDOSSO + I RICORDI DEI RICORDI

Contact

Via Parigi 39
43044, Collecchio, Parma
ITALY

C.F. e P.IVA 02616980344

T: +39 329 2558626 

 

E: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.