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Poesia, narrativa e filosofia

Poesia, narrativa e filosofia

Persefone

Tuesday, 05 November 2013 Published in Poesia, narrativa e filosofia Written by Be the first to comment!

Non bastiamo mai a noi nostri desideri.

E il desiderio non ci basta.

 

Ritsos

 

"Vedere il lato bello, accontentarsi del momento migliore, fidarsi di quest’abbraccio e non chiedere altro perché la sua vita è solo sua e per quanto tu voglia, per quanto ti faccia impazzire non gliela cambierai in tuo favore. Fidarsi del suo abbraccio, della sua pelle contro la tua, questo ti deve essere sufficiente, lo vedrai andare via tante altre volte e poi una volta sarà l’ultima, ma tu dici, stasera, adesso, non è già l’ultima volta? Vedere il lato bello, accontentarsi del momento migliore, fidarsi di quando ti cerca in mezzo alla folla, fidarsi del suo addio, avere più fiducia nel tuo amore che non gli cambierà la vita, ma che non dannerà la tua perché se tu lo ami, e se soffri e se vai fuori di testa questi sono problemi solo tuoi; fidarsi dei suoi baci, della sua pelle quando sta con la tua pelle, l’amore è niente di più, sei tu che confondi l’amore con la vita".

Pier Vittorio Tondelli, Ottava ora della notte, Biglietto numero 8

"Bisogna essere lenti come un vecchio treno di campagna e di contadine vestite di nero, come chi va a piedi e vede aprirsi magicamente il mondo, perché andare a piedi è sfogliare il libro e invece correre è guardarne solo la copertina. Bisogna essere lenti, amare le soste per guardare il cammino fatto, sentire la stanchezza conquistare come una malinconia le membra, invidiare l'anarchia dolce di chi inventa di momento in momento la strada.

Bisogna imparare a star da sé e aspettare in silenzio, ogni tanto essere felici di avere in tasca soltanto le mani. Andare lenti è incontrare cani senza travolgerli, è dare i nomi agli alberi, agli angoli, ai pali della luce, è trovare una panchina, è portarsi dentro i propri pensieri lasciandoli affiorare a seconda della strada, bolle che salgono a galla e che quando son forti scoppiano e vanno a confondersi al cielo. E' suscitare un pensiero involontario e non progettante, non il risultato dello scopo e della volontà, ma il pensiero necessario, quello che viene su da solo, da un accordo tra mente e mondo.

Andare lenti è rispettare il tempo, abitarlo con poche cose di grande valore, con noia e nostalgia, con desideri immensi sigillati nel cuore e pronti ad esplodere oppure puntati sul cielo perchè stretti da mille interdetti. Andare lenti vuol dire essere fedeli a tutti i sensi, assaggiare con il corpo la terra che attraversiamo. Andare lenti vuol dire ringraziare il mondo, farsene riempire.

C'è più vita in dieci chilometri lenti e a piedi che in una rotta transoceanica che ti affoga nella tua solitudine progettante, un'ingordigia che non sa digerire".

 

Franco Cassano, Il pensiero meridiano

Devo molto a quelli che non amo. 
Il sollievo con cui accetto che siano più vicini a un altro. 
La gioia di non essere io il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro e in libertà con loro, 
e questo l'amore non può darlo, nè riesce a toglierlo. 
Non li aspetto dalla porta alla finestra. 
Paziente quasi come un orologio solare, 
capisco ciò che l'amore non capisce, 
perdono ciò che l'amore non perdonerebbe mai. 
Da un incontro a una lettera passa non un'eternità, 
ma solo qualche giorno o settimana. 
I viaggi con loro vanno sempre bene, 
i concerti sono ascoltati fino in fondo, 
le cattedrali visitate, i paesaggi nitidi. 
E quando ci separano sette monti e fiumi, 
sono monti e fiumi che si trovano in ogni atlante. 
E' merito loro se vivo in tre dimensioni, 
in uno spazio non lirico e non retorico, 
con un orizzonte vero, perchè mobile. 
Loro stessi non sanno quanto portano nelle mani vuote. 
"Non devo loro nulla" - direbbe l'amore su questa questione aperta.

W. Szymborska

"A Cloe, grande città, le persone che passano per le vie non si conoscono. Al vedersi immaginano mille cose l'una dell'altro, gli incontri che potrebbero avvenire tra loro, le conversazioni, le sorprese, le carezze, i morsi. Ma nessuno saluta nessuno, gli sguardi si incrociano per un secondo e poi si sfuggono, cercano altri sguardi, non si fermano. Passa una ragazza che fa girare un parasole appoggiato alla spalla, e anche un poco il tondo delle anche. Passa una donna nerovestita che dimostra tutti i suoi anni, con gli occhi inquieti sotto il velo e le labbra tremanti. Passa un gigante tatuato; un uomo giovane coi capelli bianchi; una nana; due gemelle vestite di corallo. Qualcosa corre tra loro, uno scambiarsi di sguardi come linee che collegano una figura all'altra e disegnano frecce, stelle, triangoli, finchè tutte le combinazioni in un attimo sono esaurite, e altri personaggi entrano in scena: un cieco con un ghepardo alla catena, una cortigiana col ventaglio di piume di struzzo, un efebo, una donna-cannone. Così tra chi per caso si trova insieme a ripararsi dalla pioggia sotto il portico, o si accalca sotto il tendone del bazar, o sosta ad ascoltare la banda in piazza, si consumano incontri, seduzioni, amplessi, orge, senza che ci si scambi una parola, senza che ci si sfiori con un dito, quasi senza alzare gli occhi. Una vibrazione lussuriosa muove continuamente Cloe, la più casta delle città. Se uomini e donne cominciassero a vivere i loro effimeri sogni, ogni fantasma diventerebbe una persona con cui cominciare una storia di inseguimenti, di finzioni, di malintesi, d'urti, d'oppressioni, e la giostra delle fantasie si fermerebbe".

[Italo Calvino, Le città invisibili]

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ANDARE AL CINEMA + TANGO + QUEI GIORNI DOVE L'UNICO PROBLEMA E' SCEGLIERE TRA UN THE E UN CAFFE' + TORTA DI MELE + TROVARE LE COSE QUANDO NON LE CERCO + GATTI + CERTI BELLISSIMI ERRORI + LE MALINCONIE CHE DURANO GIORNI + LIBRI + IL SOLE ADDOSSO + I RICORDI DEI RICORDI

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