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Su Circe...

Circe: ...capisci Leucò, quel cane aveva un nome.
Leucotea: Anche a noialtre dànno un nome, gli uomini.
Circe: Molti nomi mi diede Odisseo stando sul mio letto. Ogni volta era un nome. Dapprincipio fu come il grido della bestia, di un maiale o del lupo, ma lui stesso a poco a poco si accorse ch'eran sillabe di una sola parola. Mi ha chiamato coi nomi di tutte le dee, delle nostre sorelle, coi nomi della madre, delle cose della vita. Era come una lotta con me, con la sorte. Voleva chiamarmi, tenermi, farmi mortale. Voleva spezzare qualcosa. Intelligenza e coraggio ci mise - ne aveva - ma non seppe sorridere mai. Non seppe mai cos'è il sorriso degli déi - di noi che sappiamo il destino.
Leucotea: Nessun uomo capisce noialtre, e la bestia...

(C. Pavese, Dialoghi con Leucò, Einaudi)


Sono così stupidi gli esseri umani e i loro miti... Mi hanno trasformato in una maga che tramuta gli uomini in bestie. E sono solo una donna che smaschera la natura degli uomini. Gli uomini con me non diventano che ciò che sono, nulla aggiungo e nulla tolgo... pavidi, luridi, istintivi, giocosi, cani, orsi o maiali. E dopo averli consegnati a ciò che sono non mi stupisco per nulla che vengano a leccarmi le mani e a strofinarsi contro le mie gambe. Solo Ulisse è rimasto intatto perchè portava una maschera sotto la maschera. Gli avevo chiesto di restare. Ha detto no.

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